Siracusa Palazzo Vermexio, ‘covo di contrabbandieri’ No! Questo sondaggio elettorale non è reale
Chi l’ha detto? Chi. Che a vincere saranno loro, i presunti dinosauri, le sorelle bandiera del centrosinistra di mitica storia musicale o dei presuntuosi del centrodestra? Un’istantanea dall’alto dei cieli che non impressiona nessuno.
Chi l’ha detto? Chi. Dalla loro presunta verginità ricostruita, quell’imenoplastica, ricostruzione chirurgica dell’imene. Non si può tentare di ricostruirsi una verginità con l’assalto altruista di palazzo Vermexio.
Il centrosinistra banderuola, il centrodestra cerca di ricostruirsi oggi una verginità politica perduta tra i cespugli delle pianure pianeggianti della Maremonti, dimenticando il passato di alcuni suoi colonnelli locali maldestri indagati a vario titolo. Escluso il gruppo Edy Bandiera.
Qualcuno definisce un centrodestra composto da «delinquenti» ma non è così, in quanto nei suoi vertici ci sono brave persone. Ma come dice un proverbio: «Una mela marcia può rovinare tutto il cesto. Non solo puzza in modo sproporzionato, essa può compromettere anche le mele vicine e trarre in inganno chi osserva il cesto: ‘ugh, tutte marce queste mele qui’!
Come per le mele in un cesto, anche gli esseri umani nei partiti che si comportano in modo tossico hanno lo stesso impatto negativo sul gruppo di cui fanno parte. La società siracusana ne è consapevole.
Ci rimpiombano alle orecchie le parole dei nostri genitori dei loro aneddoti della ‘mela marcia’. Così come abbiamo sentito utilizzare la metafora della “mela marcia” nel problema di tangentopoli (come venne successivamente battezzato) riguardava solo “alcune mele marce” che si trovavano in mezzo a tante mele buone.
Lungi da noi il voler impiegare la pazienza del lettore in un saggio sugli anni bui della politica siracusana, ma è utile riflettere sul fatto che nessuno potrà smentirci se affermiamo che la luce, negli ultimi 20 anni, non è riuscito ad accenderla nessuno.
Le mele marce o non erano così poche come tentavano di raccontarci oppure hanno intaccato velocemente una moltitudine di mele sane. E questo mica solo nella politica in ambito nazionale ma anche nella politica in ambito locale e regionale. Il mondo è pieno di casi di ‘Mele Marce’ a qualunque latitudine.
Siracusa si vede scoperchiare il pentolone del Vermexio nella platea di consiglieri indagati: «è la vicenda Gettonopoli, che portò all’avviso della conclusione delle indagini per 39 consiglieri su 40 eletti nel 2013. Di questi, 17 tentarono nuovamente di entrare in consiglio.
Siracusa è balzata alle cronache, anche nazionali, per una dozzina di indagini che hanno visto coinvolti dirigenti, funzionari, assessori e consiglieri comunali oltre al sindaco uscente Giancarlo Garozzo.
«C’è poi la vicenda Firmopoli, l’inchiesta sulle firme false in relazione alla tornata di elezioni amministrative 2018, che vede la richiesta di rinvio a giudizio per 13 persone. Fra queste due i candidati al consiglio comunale: Natale Latina (con la lista Siracusa futura in appoggio al candidato Fabio Moschella) e Michele Mangiafico (con Progetto Siracusa in sostegno a Ezechia Paolo Reale). E’ cronaca.
Anche il processo nato dall’inchiesta Fantassunzioni, in cui fu coinvolto insieme ad altri quattro ex consiglieri comunali, fra cui Franco Formica e Sergio Bonafede. Dovevano rispondere di truffa per avere fittiziamente stipulato presunti contratti di lavoro con alcune ditte, ma senza svolgere alcuna attività.
«La consigliera più conosciuta di tutto il consesso civico di Siracusa è stata, senza dubbio, Simona Princiotta. Le numerose denunce depositate su storture interne all’amministrazione l’hanno fatta diventare negli anni una sorta di pasionaria della politica locale. Il suo botta e risposta col sindaco Garozzo sulle presunte infiltrazioni criminali all’interno del Pd locale finisce in commissione regionale e nazionale antimafia.
Sempre lei, a fianco di un imprenditore (il presidente della Stes, società specializzata nella manutenzione stradale), denuncia alcuni funzionari e dirigenti comunali per tangenti. Un’intricata rete di accuse, che la consigliera ha documentato in commissione Antimafia, che formarono il cosiddetto «primo Sistema Siracusa». Ma Princiotta da accusatrice è diventata presto accusata: tirata in ballo da Garozzo all’indomani degli arresti eccellenti sui processi condizionati, il «secondo Sistema Siracusa», perché è coinvolto anche lo storico avvocato della consigliera: Giuseppe Calafiore.