11 marzo 2021 Al Santuario di Caravaggio la Messa dei Vescovi lombardi per le vittime del Covid
Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, e concelebrata dagli altri Vescovi lombardi, questa mattina nel Santuario di Caravaggio, per le vittime della pandemia, raccogliendo l’invito formulato in questo senso dai Presidenti delle Conferenze episcopali europee.
«Uomini e donne, anche discepoli del Signore Gesù – ha rilevato l’Arcivescovo nell’omelia -, di fronte alle lacrime e alle domande di fratelli e sorelle che piangono i loro morti non sanno che cosa dire se non parole generiche di condoglianze… Un demone muto ha tolto loro la parola. Ma il regno di Dio è giunto a noi e Gesù ha scacciato il demone muto. Perciò ora coloro che il virus ha assalito e ucciso, hanno cominciato a parlare e cantano la vittoria di Gesù sul demone muto e proclamano che la morte è stata vinta, che Gesù risorto è il primogenito di coloro che risorgono da morte».
Nei mesi della pandemia, ha proseguito, «il demone ribelle esibisce conferme alla sua ribellione: vedete quanti morti? Muoiono insieme il santo e il peccatore. A che cosa serve servire il Signore? Voltategli le spalle e siate disperati! Ma il regno di Dio è giunto a noi e Gesù ha scacciato il demone ribelle. Così si è diffusa tra la gente una nuova forma di compassione abitata da una fortezza mite e paziente, una pratica instancabile della dedizione abitata dalla carità, una rinnovata fiducia abitata dalla speranza di partecipare della morte e risurrezione di Gesù per entrare nella vita di Dio».
Monsignor Delpini ha poi fatto riferimento alle tante morti solitarie di questi ultimi mesi: «Il demone della solitudine continua ad aggirarsi tra la gente e ad alimentare l’egoismo, a mettere gli uni contro gli altri… Ma il regno di Dio è giunto a noi e ha scacciato il demone della solitudine. Ha consolato i morti che non abbiamo potuto consolare, ha abbracciato i nostri cari che non abbiamo potuto abbracciare, ha introdotto in quella comunione che il demone non può spezzare, ci ha radunati nella preghiera che non teme le distanze».