Coronavirus: "Noi parenti dei ricoverati veicolo del virus e nessuno ci ha fermati"
Il racconto di Francesco, 55 anni, cittadino di Villa di Serio che ha perso nel giro di due settimane entrambi i genitori, è uno dei testimoni che è transitato nell" ospedale " Pesenti Fenaroli" di Alzano Lombardo i giorni precedenti al 23 febbraio, data in cui, nel pomeriggio, viene chiuso il reparto dove poche ore prima era ricoverata la madre per la presenza di due casi di Covid-19 per poi riaprire, stando a quanto riportato, alcune ore dopo. ." Mia madre era ricoverata dal 12 febbraio nel reparto di medicina per uno scompenso cardiaco - spiega - problema che si ripete da un po" di tempo. Dopo una settimana insorge la febbre, una crisi respiratoria, l" ossigeno, i medici ci dicono che il cuore funziona al 25% e dopo un paio di giorni di agonia la notte tra venerdì 21 e sabato 22, poco prima delle due il decesso" . Qui nascono i dubbi di Francesco e di tanti altri che in quei giorni sono transitati per l" ospedale e che non hanno ricevuto nessun avviso o indicazione su come comportarsi a margine della notizia della presenza di infetti presso la struttura ospedaliera. ." Nessuno di noi è stato avvisato di questo pericolo, né quando eravamo in ospedale né tantomeno una volta usciti " " racconta - Sono certo che, del tutto ignari, io e miei parenti, così come i parenti degli altri pazienti ricoverati, siamo stati uno dei veicoli di questa epidemia. Quando mia madre era in camera mortuaria " " specifica Francesco - siamo entrati in contatto con tantissima gente. Mio padre a causa di una forte febbre è stato ricoverato in isolamento al " Pesenti Fenaroli" e la domenica sera arriva l" esito del tampone: positivo al coronavirus e trasferimento al Papa Giovanni XXIII. Ovviamente non l" abbiamo più visto; per qualche giorno, fino al 10 marzo riuscivamo a sentirci telefonicamente, poi il peggioramento ed il 13 sera la chiamata per comunicare il decesso. Per questo " " ha concluso - ho chiesto anche io di avere il tampone, però neanche a me, nonostante la febbre, lo hanno mai fatto" . .di Daniele Alberti
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