Cospicue risorse alla Sicilia, 2,8 milioni di euro per le politiche della famiglia vengano spesi pre
Con l’emanazione del decreto di riparto del Fondo per le politiche per la famiglia 2022, a firma del Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, sono ormai utilizzabili le cospicue risorse per la Regione Siciliana e gli enti locali, destinate a finanziare i Centri per le famiglie, i consultori familiari, il sostegno alla natalità e genitorialità e le politiche di armonizzazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia.
Alla Sicilia spettano in totale circa 2 milioni e 800mila euro. E’ quindi indispensabile – rileva Salvo Sorbello, componente del ricostituito Osservatorio permanente sulle Famiglie della Regione Siciliana – utilizzare al più presto e in maniera ottimale questi considerevoli finanziamenti.
Tra l’altro – prosegue Salvo Sorbello – dopo la Quarta Conferenza nazionale sulla famiglia, organizzata dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, abbiamo a disposizione strumenti aggiornati per comprendere la nuova dimensione familiare in Italia, per potenziarne le capacità in quanto soggetto centrale nel processo di crescita economica, sociale, culturale nella prospettiva pandemica e post pandemica.
Servono quindi – rileva Sorbello – politiche familiari che vedano la partecipazione attiva di tutti gli attori che si occupano di queste materie nella Regione e negli Enti Locali, anche alla luce del recente convegno svoltosi proprio a Siracusa su questo tema.
Il nuovo Governo Regionale e i Comuni siciliani affrontino la crisi della denatalità, l’incertezza economica, lavorativa, abitativa, il vedere le donne costrette a considerare lavoro e maternità quali scelte alternative e non complementari e promuovano un reale coinvolgimento delle giovani generazioni nelle scelte che li riguardano.
Potranno servirsi – prosegue Salvo Sorbello – anche del nuovo Piano nazionale per la Famiglia per adottare politiche familiari che vedano le famiglie ritornare a essere soggetti attivi. La pandemia ha messo in evidenza il valore economico, sociale, umano e culturale delle famiglie e ogni provvedimento deve mirare non soltanto a sostenerle in modo adeguato ma anche a ridurre la povertà, a incrementare il livello di tutela, il benessere familiare, a promuovere la parità di genere e l’equilibrio degli impegni famiglia-lavoro, a investire nell’istruzione, a incentivare la formazione per una crescita inclusiva e sostenibile.