Palmeto di Augusta, sondaggi geologici ed ambientali Esposto in Procura
Presentato un esposto alla Procura di Siracusa, all’Arpa, al Libero Consorzio, al Prefetto e al Nictas per denunciare le presunte anomalie riscontrate nelle analisi ambientali realizzate presso l’area di verde pubblico tra Corso Sicilia e Via Aldo Moro. Si tratta, com’è noto, del terreno oggetto della cessione alla società Mcdonald’s contro la quale è tuttora pendente un ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa proposto da Natura Sicula con il sostegno di Legambiente e di altri comitati e associazioni ambientaliste.
La vicenda ha inizio nel gennaio 2022, quando l’amministrazione comunale approvava lo schema di convenzione urbanistica con la Mcdonald’s, autorizzando quest’ultima “all’esecuzione dei sondaggi geologici ed ambientali” e precisando che la stipula della convenzione sarebbe stata “subordinata all’esito favorevole delle suddette indagini (restando inteso che in caso di esito negativo la Società Attuatrice sarà liberata da ogni obbligo in relazione alla Procedura ed alla stipula della convenzione)”.
Poche settimane dopo, nel febbraio 2022, il laboratorio CBF srl di Terni, su incarico della Mcdonald’s, realizzava le analisi ambientali riscontrando nel sottosuolo la presenza di “terra e rocce contenenti sostanze pericolose” in misura superiore ai limiti di legge.
Appresa la notizia, nel settembre 2022 il Comune incaricava un geologo esterno di effettuare uno “studio geologico ai fini della verifica parametri sottosuolo – area via Aldo Moro angolo corso Sicilia – Augusta – ai sensi dell’art. 36 comma 2 lettera a) del d.lgs. n. 50/2016”. L’esito di questo studio ribalta le conclusioni delle analisi svolte dal laboratorio di Terni. Secondo il geologo scelto dal Comune “il sito analizzato non ha identificato la presenza di rifiuti pericolosi”. Dall’esame della documentazione disponibile, le due analisi sembrano divergere anche per quanto concerne la scelta della quota di profondità dei pozzetti realizzati: le analisi di CBF srl sarebbero state eseguite “sulla scorta di pozzetti spinti a mt 3”; mentre i pozzetti stratigrafici utilizzati dal tecnico incaricato dal Comune “sono stati spinti sino alla profondità del substrato in posto costituito dalle argille giallastre a circa 180 cm”.
Il risultato di queste indagini ambientali è rimasto per mesi chiuso nei cassetti dell’amministrazione comunale; la pubblicazione è infatti avvenuta solo a febbraio di quest’anno, in seguito all’istanza di accesso agli atti indirizzata al sindaco da Natura Sicula.
Per far luce sulla vicenda nell’interesse collettivo alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica, Natura Sicula ha chiesto ufficialmente l’intervento di Arpa e Libero Consorzio al fine di accertare l’eventuale contaminazione del sito in oggetto, disponendo altresì le necessarie verifiche in merito alla regolarità delle procedure tecnico-amministrative fin qui espletate.
L’esposto, indirizzato ad Arpa e Libero Consorzio, è stato inoltre esteso alla Procura, al Prefetto e al Nictas per sollecitare gli opportuni controlli sui fatti rappresentati e sulla documentazione trasmessa. Così in una nota Fabio Morreale di Natura Sicula.