Siracusa Convegno «Diritto all’oblio del paziente oncologico» lunedì prossimo
«Diritto all’oblio del paziente oncologico», questo il tema del convegno organizzato dalle associazioni ‘Siracusa Angolo’ volontariato, Promuovere onlus, l’associazione italiana Donne medico, l’associazione culturale Benedetto Croce e associazione Mogli Medici italiani. L’incontro si terrà lunedì 11 luglio alle 10 presso sale conferenze del Museo Paolo Orsi, ad interverrà Paolo Tralongo, direttore Uoc Oncologia ospedale Umberto I di Siracusa.
Nasce dalla proposta della Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) nell’ambito della campagna nazionale “Io non sono il mio tumore” con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di adottare una legge sul cosiddetto diritto all’oblio oncologico: la legge consentirebbe di non essere più considerati pazienti dopo cinque anni dal termine delle cure se la neoplasia è insorta in età pediatrica e dopo dieci per i soggetti in età adulta.
Il miglioramento dei programmi di screening e i progressi raggiunti dalla ricerca medica nelle terapie hanno fatto sì che molte neoplasie siano curabili: secondo l’analisi epidemiologica EUROCARE-5 in Europa da alcuni tumori (tumore del testicolo e della tiroide e per i melanomi cutanei) si guarisce in più di 8 casi su 10. Per quanto riguarda l’Italia, dati ancora più recenti diffusi dall’AIRC mostrano che cala la mortalità e migliora la sopravvivenza per molti tumori: a cinque anni dalla diagnosi di tumore è ancora in vita il 59,4% degli uomini (la stima del 2020 era del 54%) e il 65% delle donne (63% nel 2020). Almeno un paziente su 4 può considerarsi guarito e ha oggi un’aspettativa di vita uguale a quella di chi non ha mai ricevuto diagnosi di tumore. Inoltre, si stima che rispetto al 2015, nel 2020 i tassi di mortalità si siano ridotti del 6% circa negli uomini e del 4,2% nelle donne.
La legge avrebbe riflessi concreti su moltissime persone. Basti pensare che sono 3,6 milioni gli italiani che hanno avuto una diagnosi di cancro: di questi quasi 1 milione (circa il 27%) è guarito e potrebbe, dunque, avere interesse a far “dimenticare” il proprio passato tumorale ai prestatori di servizi bancari e assicurativi e agli istituti di affido e riprendere a vivere come tutti gli altri.
Rispetto al passato, spiega la Fondazione AIOM, sono venute meno le ragioni che giustificavano le leggi e le prassi che ammettevano le domande sullo stato di salute: il tasso più elevato di mortalità dei tumori e le aspettative di vita più limitate di un ex paziente oncologico giustificavano, ad esempio, il rigetto della domanda di affido di un bambino per evitare di esporlo ad altra sofferenza rispetto a quella già provata.
La legge permetterebbe di non essere più considerati pazienti dopo 5 anni dal termine delle cure se la neoplasia è insorta in età pediatrica e dopo 10 se ci si è ammalati in età adulta. Oggi, grazie all’innovazione dei percorsi terapeutici, molti tumori vengono curati e altri possono essere cronicizzati: per questa ragione i pazienti che vivono anche a molti anni di distanza da una diagnosi sono aumentati e così le persone che trarranno benefici da questo provvedimento».