Al Vermexio vogliamo libertà dalla tirannide degli incapaci
‘Vox populi’ ci sussurra all’orecchio che scalpitano a Siracusa una pletora di candidati a sindaco in cerca di notorietà, in vetrina come l’attuale primo cittadino; come era nelle aspettative, se siamo negativi attraiamo persone negative. Una città passiva e rassegnata, fallita.
Nuove figure di candidati a sindaco: vecchie glorie e nuove conoscenze ‘fuori tempo’ massimo, scadute, a fare i conti con una montagna di problemi come i pidocchi in testa, con un bilancio disastrato con «un buco, dicono, da oltre 80 milioni di debiti» e con una evasione fiscale di oltre 22 mln di euro ma soprattutto una città da svegliare dal torpore con nuovi progetti e/o rifondando l’economia.
Il nuovo sindaco dovrà fare i conti con una montagna di grattacapi come i pidocchi in testa dove i minuscoli insetti vengono trasmessi attraverso contatti ravvicinati dei problemi fondanti della città ammalorata.
I pidocchi che non vanno via facilmente e infettano coloro i quali condivideranno un posto in giunta, saranno dilaniati dai parassiti, dai cittadini disperati dalle condizioni di criticità della città lasciata dall’attuale Amministrazione che andrebbe citata alla «Corte dei Conti nella leggerezza della spesa pubblica».
Qualcuno dice a passi veloce verso le elezioni amministrative suicida a Siracusa che si terranno domenica 11 giugno 2023. Ma amministrare una città significa comprendere fino in fondo i bisogni e le esigenze dei suoi abitanti. Occorre quindi essere in sintonia con il sentire collettivo per condividere percorsi virtuosi che mirino al benessere della città.
I nostri desideri verso una nuova amministrazione comunale sono spesso molto concreti, riguardano la vita quotidiana, funzionamento dei sistemi infrastrutturali, strade, acquedotti, fognatura, scoli comunali terziari e i relativi interventi di manutenzione, ma anche illuminazione, arredo, pulizia, decoro, i terribili tombini che infettano tutte le strade e fruibilità degli spazi pubblici dove potersi ritrovare, confrontare e crescere come comunità.
A tutto questo occorrono capitali che il Comune non ha; qualcuno glielo dica a questi presunti candidati incoscienti che pur di indossare la fascia tricolore di sindaco attraverserebbero il deserto del Sahara a piedi scalzi, scorticandosi fino a raggiungere le ossa.
Mah… Che Dio assista Siracusa e tutti noi.
Comunque i punti di seguito elencati potrebbero fare parte integrante di un programma per lo sviluppo del nostro territorio: