Augusta Poliziotti puniti al carcere megarese, denunciano irregolarità e ricevono provvedimenti dis
E’ inaccettabile essere sottoposti a trattamento punitivo per aver denunciato pubblicamente una condizione non del tutto regolare da parte dell’amministrazione della casa di reclusione di Augusta nei confronti di rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria.
Conosciamo bene cosa accade alla Casa Reclusione di Augusta, non è la prima volta che dirigenti sindacali sono oggetto di provvedimenti disciplinari da parte di dirigenti dell’istituto, sempre legati all’attività di rappresentanza dei lavoratori.
Senza andare troppo indietro col tempo un dirigente non contento della nota sindacale che denunciava alcuni fatti in merito all’organizzazione del lavoro, fece rapporto disciplinare per quattro rappresentanti sindacali inviando gli atti al Provveditorato penitenziario per dare inizio alla trafila disciplinare che fortunatamente fu subito bloccata dal Provveditore perché palesemente antisindacale.
Ma la domanda che ci poniamo, cosa ha fatto l’Amministrazione per punire chi ha attivato un procedimento disciplinare palesemente antisindacale che diventa, per certi aspetti anche inibitorio della libertà sindacale.
Alcuni anni fa è stato addirittura avviato un processo penale, in quanto fu denunciato sindacalmente un episodio quantomeno disdicevole ovvero un dirigente afferrò per un braccio un vice sovrintendente strattonandolo violentemente: finì con un’assoluzione con formula piena con lo stesso Pm che rilevava come il fatto non costituisse reato ma rientrasse a pieno titolo della normale attività sindacale.
Da questo se ne deduce che a volte si tenta di minare la libertà di espressione sindacale con azioni tese ad intimidire il rappresentante sindacale, che siano disciplinari o giudiziarie. Alla Casa Reclusione di Augusta episodi come questi sono piuttosto frequenti, come si rileva dalle non infrequenti pubbliche denunce da parte dei rappresentanti delle varie sigle sindacali.
Non ultimo e a titolo di cronaca, va rilevato che, per quel che ci è dato sapere, alcuni rappresentanti sindacali e un Vice sovrintendente hanno depositato in Procura querele a carico di un dirigente dell’amministrazione penitenziaria della Casa Reclusione megarese. E’ chiaro che la querela non è una condanna e c’è sempre il diritto dell’innocenza fino a prova contraria, ma questo dovrebbe essere più di un campanello d’allarme per l’Amministrazione Penitenziaria, perché quando la normale dialettica sindacale devia in atti giudiziari o azioni disciplinari, significa che il sistema delle relazioni non è stato tutelato nel suo normale percorso. Queste le dichiarazioni del Coordinatore Provinciale CGIL della Polizia Penitenziaria, per la FP CGIL di Siracusa G. Argentino.