Continua la condizione drammatica nelle carceri aretusee. Tragedia sfiorata stamane presso la casa di reclusione di Augusta dove un agente di polizia penitenziaria ha tentato di togliersi la vita con la pistola d’ordinanza.
L’uomo, 52 anni, due figli, originario di Noto e residente a Siracusa si trova attualmente ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove stamane è stato operato chirurgicamente in quanto il proiettile penetrato all’interno dell’addome non è fuoriuscito dal corpo.
A divulgarne la notizia è il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria). “E’ una notizia inquietante, che sconvolge tutti noi – afferma Donato Capece, Segretario Generale del Sappe -. Quello dei suicidi dei poliziotti penitenziari è un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Dall’inizio dell’anno tre sono stati i poliziotti suicidi, due dei quali in Sicilia”.
Nel frattempo sono in corso i dovuti accertamenti del caso per tentare di risalire al movente dell’estremo gesto. Il Sappe chiede in maniera perentoria: “Soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del personale di polizia penitenziaria”. E’ necessario strutturare un’apposita direzione medica della polizia penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’amministrazione penitenziaria – conclude Donato Capece -. Servono azioni concrete e non le chiacchiere ministeriali e dipartimentali che dinanzi a tali tragedie non risolvono la condizione drammatica anzi contribuiscono ad incrementare sensazioni di vergogna e dissenso”.