Game:

Fallout 3 (2008)

Duration: 1:37:50

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Fallout 3 - Montaggio Cinematografico

17-19 Agosto 2277
"L'eroico abitante del Vault uscì alfine dall'involucro a tenuta stagna che aveva celato la sua esistenza e quella di tutti i suoi conoscenti lontane dalla cruda effige della realtà. Superato l'ultimo ostacolo, una misera porta d'assi di legno atta a camuffare la vera natura del rifugio nucleare, il giovane affrontò a viso aperto il terribile, derelitto ventitreesimo secolo: una terra brulla e verdastra, infertile, solcata da insetti abnormi e spaventevoli, violente mutazioni genetiche di - un tempo - animali addomesticati dall'essere umano; stralci di ponti divelti, ancora tesi verso il cielo abulico, fondamenta d'abitazioni esposte alle tossiche intemperie e lontano, all'orizzonte, lo scheletro del monito della perduta magnificenza.
Dov'è James? Dov'è il tanto agognato padre, fuggito dal Vault per ragioni apparentemente insondabili? Uno scienziato pacifico e riflessivo evaso per vagare, di propria volontà, nell'orrore senza legge delle Wastelands? Queste le domande del giovane abitante del Vault, la propria casa in tumulto, alle proprie spalle, lacerata dalla morte del potentissimo Soprintendente.
[...]
Una macchina volante emanava una tetra marcetta, nella via principale del cadavere di Springvale. Erano spie dell'Enclave e del Presidente Eden, autoproclamatosi riedificatore degli antichi Stati Uniti d'America. Il giovane ascoltò il messaggio con interesse, ogni elemento di quel nuovo, immenso universo stimolava la sua precedentemente inoperosa curiosità.
Eppure il viaggio, appena cominciato, non ammetteva inutili sprechi di tempo. Pochi metri dalla macchina propagandistica dell'Enclave un'ex-prostituta cercava riparo dall'aguzzino che aveva posto una taglia sulla sua testa. Silver aveva deciso di lottare per sopravvivere sotto all'ombra della minaccia stessa, sperando di ritrarsi a tal punto fra i detriti e le case erose da non essere più distinguibile dall'ammontare di feccia e malattia della Zona Contaminata. Pagando per il silenzio. Forse sapeva che non avrebbe trovato riparo, che nessun barlume di Stato americano le avrebbe permesso una vita serena.
[...]
Megaton era il nuovo Vault, il rifugio più vicino. Meta dei disperati che agognarono l'ingresso nelle profondità del pianeta e ne restarono presto disingannati. Al centro della città riposava un ordigno nucleare, un residuato attivo dell'apocalisse: sostava pacioso, al centro della nuova civiltà barbarica, come sorridendo al vociare dei passanti o dei fedeli adoratori dell'Atomo. Ticchettava, a mollo nella stagnante acqua radioattiva, trattenendo fra le cedevoli crepe dell'intelaiatura metallica la potenza straordinaria di due secoli or sono.
L'Atomo aveva donato il passato, stava donando l'oggi e rifletteva, al momento, se concedere un domani agli sperduti viandanti che incrociavano il destino di Megaton. Eppure non sempre il destino è l'esclusivo fautore di vita e morte; non quando emissari da lontane torri tramano per passare un pomeriggio all'insegna del divertimento, in sostituzione di un buon film del drive-in...per non parlare di chi, fra mangiare ed essere mangiato, è ben deciso ad optare per una inedita, terza opzione."

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