"Abbiamo tutte le coperture". Così più volte nella scorsa legislatura i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno risposto a chi gli chiedeva dove avrebbero trovato i miliardi necessari a finanziare il reddito di cittadinanza. Dal taglio alle spese militari all'aumento dei canoni sulle trivellazioni petrolifere, dalla tassa sul gioco d'azzardo all'Imu sui beni della Chiesa, negli anni i 5 Stelle hanno elencato diverse ipotesi di risparmi di spesa. ."Le nostre coperture sono state bollinate anche dalla Ragioneria dello stato", sottolineavano i pentastellati per avvalorare la serietà del loro piano. Non solo. Nell'ultimo comizio prima delle scorse elezioni politiche, Luigi Di Maio aveva presentato un decreto legge "da varare al primo Consiglio dei Ministri" per tagliare 30 miliardi di sprechi. Eppure al momento di approvare il Def - i cui numeri serviranno da base per la prossima manovra - il Movimento ha forzato la mano per portare il rapporto deficit/pil fino al 2,4 percento, così da finanziare con nuovo debito gran parte delle misure di bilancio, compreso appunto il reddito di cittadinanza. Che fine hanno fatto, quindi, le coperture e i tagli promessi da Di Maio e gli altri M5S? Lo abbiamo chiesto a ministri e parlamentari del Movimento. . .di Marco Billeci