Processo «Sistema Siracusa», tribunale di Messina emette 9 condanne
Processo «Sistema Siracusa», una rete di rapporti illeciti tra pezzi dell’imprenditoria, magistrati, politici, avvocati e professionisti. Una rete di corruzione giudiziaria messa in piedi dall’avvocato Piero Amara che fu al centro della prima grande inchiesta della Procura di Messina sui fatti di corruzione in atti giudiziari. Un sistema collaudato di influenze e patti sporchi che in mano ad Amara e al suo “socio di minoranza”, anche lui avvocato e siracusano, Giuseppe Calafiore, ha praticamente infettato l’Italia e adesso è tema processuale consolidato in varie procure del Paese. Il processo-simbolo è stato istruito dalla Procura guidata da Maurizio De Lucia.
Da Messina arriva la sentenza di primo grado dopo sette ore di camera di consiglio. Queste, in dettaglio, le pene decise: 7 anni di reclusione per Alessandro Ferraro; 6 anni per l’imprenditore romano Fabrizio Centofanti; 6 anni e 3 mesi per Gianluca De Micheli; Giuseppe Mineo inflitti 6 anni e 2 mesi, a Vincenzo Naso 6 anni e 2 mesi, a Salvatore Pace 6 anni e 5 mesi, a Mauro Verace a 6 anni e 9 mesi, a Denis Verdini 2 anni. Inoltre un anno e 6 mesi per il giornalista Giuseppe Guastella, direttore del periodico “Il Diario”, che era a libro-paga di Amara. Assolti Riccardo Sciuto e Sebastiano Miano, prescrizione per il notaio ed ex deputato regionale Giambattista Coltraro.
Il processo nasce dall’inchiesta condotta dalla Procura di Messina a seguito delle indagini riservatissime del Gico della Guardia di Finanza. E nel processo c’è di tutto, sempre orchestrato da Amara: il finanziamento illecito per circa 300mila euro al partito di Verdini, le varie corruzioni giudiziarie e le sentenze “aggiustate” per favorire Amara e le società del gruppo, i viaggi spesati dell’ex pm Longo a Dubai, i tentativi di promozione per il giudice Mineo. Ma ci sono anche – lo ha ribadito il pm Carchietti in aula durante il suo intervento di aprile – almeno quattro sentenze già passate in giudicato che hanno consolidato tutto, e «costituiscono prova dei fatti considerati come eventi storici».
Al centro delle indagini iniziali c’erano gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, le cui posizioni furono a suo tempo stralciate: entrambi fecero diverse dichiarazioni ai magistrati, raccontando tutto, o quasi, di quello che avevano architettato. Fu stralciata anche la posizione dell’ex magistrato Giancarlo Longo, all’epoca dei fatti in forza alla procura di Siracusa. Amara, Calafiore e Longo hanno già patteggiato le pene nei vari procedimenti in cui sono stati coinvolti, ma ancora ci sarebbero procedimenti in corso. Infine, Centofanti ha anche patteggiato una condanna a un anno e sei mesi nel procedimento per corruzione che vede tuttora imputato l’ex magistrato Luca Palamara.