Siracusa Prodi intervenendo al meeting «Il conflitto in Ucraina finirà solo quando Stati Uniti e Ci

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Questa mattina al meeting: «Sicilia, Mediterraneo, Europa» nell’ultima sessione dei lavori dal tema: «Conflitto russo ucraino, cosa cambia per l’Europa» è intervenuto Romano Prodi e Joschka Fischer dialogando con Paolo Valentino e Paolo Magri. L’incontro si è tenuto presso Siracusa International Institute in via Logoteta.

Per l’ex presidente Romano Prodi «il conflitto in Ucraina si chiuderà quando Stati Uniti e Cina si metteranno d’accordo, sono loro che decidono. Ho sempre pensato che fosse necessario intanto che passasse il Congresso del Partito comunista cinese, che non ha detto niente di nuovo confermando il ruolo di Xi Jinping. Vedremo le elezioni americane, dove non conta il risultato ma che siano passate».



Romano Prodi nel corso del dialogo è stato chiaro: «Dopo le elezioni Usa può anche darsi che si crei la possibilità di un qualche dialogo con la Cina».

Il presidente della Fondazione per la cooperazione mondiale, Prodi, ha sottolineato che la politica europea rispetto all’Ucraina «è stata dettata dagli Stati Uniti» con una unità totale nel settore della difesa nell’appoggio a Kiev, mentre dove sono stati più in disparte, come sull’energia, si sono viste le differenze tra i Paesi europei», conclude l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, intervenuto stamane a Siracusa.



Mente ieri il ministro della Difesa Guido Crosetto intervenendo in videoconferenza a Siracusa al meeting «Sicilia, Mediterraneo Europa» ha dichiarato di avere avuto un dialogo telefonico con il ministro francese ed uno dei temi affrontati è la possibilità per le nostre Marine militari di cooperare sempre di più sul Mediterraneo». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo in videoconferenza a Siracusa al meeting Sicilia, Mediterraneo Europa” organizzato dall’associazione Incontri a Siracusa. Al dibattito, moderato da Tom Kington, corrispondente Times e Defence News, hanno preso parte Matteo Bisceglia, direttore generale di OCCAR, Michele Nones, vicepresidente Istituto Affari internazionali, Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato maggiore della Difesa

«Pensiamo alle enormità di cavi, per non parlare – ha detto Crosetto – del gas che transita nel Mediterraneo, per cui non possiamo permetterci eventi come quello accaduto al Nord Stream. Ormai, viviamo in un mondo diverso e questo ci impone una rivoluzione culturale per adeguarci ai cambiamenti ed il Mediterraneo va difeso. Il Mediterraneo è una priorità per l’Italia che deve riscoprire il suo ruolo con l’Africa e con gli altri paesi che sono ad Ovest ed a Est.



«L’industria della difesa – ha detto Crosetto – è un importante vettore della diplomazia. La possibilità di esportare tecnologia concede la possibilità di instaurare dei rapporti tra paesi. Questa non è una scelta che può fare il ministero della Difesa ma sono di competenza da parte dei paesi.

«L’ambizione è che l’Europa smetta – ha detto Crosetto – di fare un percorso a singhiozzo in molti settori. La speranza è che si trovi un’unità anche sotto l’aspetto militare, naturalmente ci sono delle difficoltà. Mettere insieme 27 organizzazioni militari diverse, con burocrazie, lingue e scuole di preparazione diverse, non è semplice. Non possiamo pretendere di avere la bacchetta magica, occorre muoversi iniziando a costruire un percorso comune in modo che tutti i corpi militari di ciascuno Stato possano dialogare. Abbiamo, però, un metodo con cui ci siamo organizzati negli anni che si è concretizzato con la Nato, con Stati diversi che hanno trovato un linguaggio unico. Dunque, c’è un modello di riferimento ma il percorso è difficile ma necessario se si vuol mantenere una sovranità europea in settore che sono fondamentali. Ogni nazione europea, tra cui la Germania, è troppo piccola per sobbarcarsi il peso di investimenti in tecnologia militare. Anche su questo versante è iniziato un percorso ma è la strada che va battuta».




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