01 SpyHunter Nowhere to Run

01 SpyHunter Nowhere to Run

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Published on ● Video Link: https://www.youtube.com/watch?v=jRbw7wjrkJM



Duration: 31:08
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Dopo quattro episodi, Il pilota dell’Interceptor (la vettura degli Spy Hunter) ha finalmente acquisito un’identità vera e propria: egli è un agente di nome Alex Decker dei servizi segreti, che dovrà fermare una spietata organizzazione malavitosa, la Nostra, che ha lo scopo di impadronirsi dell’Interceptor per utilizzarlo in loschi affari. La trama è piuttosto banale e priva di colpi di scena degni di nota,essa fa semplicemente da contorno al gameplay, senza approfondire per bene sui personaggi, caratterizzati solo lo stretto necessario per sembrare un minimo interessanti. Spy Hunter quindi, da puro arcade, ha subito una radicale trasformazione, diventando un ibrido arcade-shooter/third-person-shooter. La sezione giocabile è formata da due parti distinte (anche se in alcune missioni sono collegate fra loro): la frenetica e adrenalinica sezione con l’Interceptor, rimasta pressoché invariata come struttura rispetto agli altri episodi, e la nuova sezione a piedi in cui Alex Decker dovrà vedersela con i cattivi della Nostra. Iniziamo parlando di quest’ultima, che in definitiva è la vera novità del gioco, e che purtroppo lascia molto a desiderare. Alex Decker potrà usufruire di un arsenale bellico standard, in cui troviamo alcune tipologie di fucili e di pistole, un immancabile lanciarazzi, e armi da corpo a corpo (tubi e mazze di legno). Nel caso in cui non volessimo sprecare proiettili, potremo sfruttare la possente forza fisica di Alex Decker per picchiare gli avversari: sostanzialmente ci sono due attacchi semplici concatenabili tra loro (uno forte e uno debole), e un comando di presa, che permette di effettuare quattro tipi di mosse di wrestling con le quali spezzare la schiena ai malavitosi della Nostra. Il tutto risulta essere divertente nei primi istanti, ma dopo pochi minuti tutti i problemi e i difetti vengono a galla, coprendo quasi del tutto quel che di interessante sembra esserci nel gioco. Spy Hunter, pur avendo buone idee (anche se non molto originali), è pieno di problemi, e ciò che salta subito all’occhio sono la legnosità dei movimenti di Decker e la macchinosità del sistema di controllo, che si traducono in un’esperienza di gioco tutt’altro che piacevole; Il sistema di mira in terza persona, nonché la maggior parte dei movimenti di Decker, non sono il massimo della precisione, e tendono a portare facilmente alla frustrazione che viene limitata solo dal livello di difficoltà molto basso. Il level design è lineare e poco articolato, non ci sono situazioni di gioco particolarmente avvincenti che tengono vivo l’interesse, l’AI degli avversari è scarsa, la difficoltà è sbilanciata…Insomma, siamo di fronte a una marea di difetti che, uniti al fatto che l’unica strategia da adottare (a parte rari casi) è quella di buttarsi a capofitto nelle stanze e sparare/picchiare all’impazzata senza un minimo di componente stealth, rendono questo gioco piatto e noioso; inoltre le scialbe e brevi cinematiche che ogni tanto spezzano il ritmo del gioco non aiutano certo a ravvivare l’avventura. Lasciando da parte la (pessima) novità, torniamo invece a quella che è la vera essenza di Spy Hunter, ovvero la guida dell’Interceptor. Questa parte del gioco, per chi non conoscesse i vecchi capitoli, è semplicemente un sezione arcade in cui, alla guida di un’autovettura trasformabile, non bisogna far altro che seguire un percorso prestabilito e sparare a destra e a manca per abbattere i nemici che si presentano davanti. L’interceptor può trasformarsi in tre veicoli, una fuoriserie a quattro ruote, un motoscafo supertecnologico, e un’agile motocicletta: la trasformazione dipenderà dal tipo di percorso che affronteremo, ed ognuna delle trasformazioni avrà delle armi adatte alla situazione da gestire, come ad esempio mitragliatrici, olio, mine acquatiche, missili a ricerca, ed altro ancora. Questa fase del gioco è decisamente più immediata e divertente di quella on foot, il veicolo ha un feeling di risposta molto arcade (anche se il mirino non è fluidissimo) ed è piacevole da comandare, anche scaricare il proprio arsenale contro le vetture avversarie è piuttosto appagante. Le uniche pecche riguardano sostanzialmente il level design, che poteva essere più articolato, e il livello di difficoltà, che è sempre troppo basso, infatti qualche nemico in più su schermo per rendere tutto più frenetico non avrebbe guastato di certo. L’ennesimo punto dolente di Spy Hunter è la longevità: basteranno pochissime ore per portare a termine l’avventura principale (circa una decina di missioni), e difficilmente verrà la voglia di giocarlo per la seconda volta…tutto quel che rimarrà da fare sarà soltanto cimentarsi in qualche missione bonus e poi riporlo sullo scaffale.







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