100 scenes I'll miss from Madagascar π²π¬
3Madagascar has been a long and intense experience in another world and in another time. Thanks to Neos, we start seeing ourselves come out of the usual gray hood and land in a tropical paradise, in an area of ββland where the plane seems to be brought from the future, a few meters from the sea, palm trees and zebu trees. After the first days as tourists, we begin to experience what they consider the sixth poorest country in the world, where nature and people replace invoices and digital. Wild animals, exploring the forests, beaches and villages formed by open huts becomes everyday life. It is understood that this lifestyle does not bring stress or other problems created by the modern city. Our scientific education and bringing with us a strong currency like the euro makes us look like in a virtual simulation. The food is always fresh like tropical fruits and fish which we consider very precious. Lots of Italian restaurants run by Italians who would never go back. Everyone should experience the experience of living Nosy Be, to understand how we really are, what we did until recently and what are the important things in life. Very few are over 40 and we understand why, yet they taught us a lot, for example that eating there with your hands after rubbing them in the sand is more hygienic than using cutlery. An experience that changes you forever, teaches and opens your mind. Thanks to the guides who are sincere teachers of life, very well prepared even among crocodiles, poisonous snakes and whales. Thanks to the local inhabitants who do not know European antisocial attitudes but speak and dress Italian, super helpful and generous; Thanks to the Monza family who first invested in this distant pearl of Africa since the 1990s with the resort awarded first place on the entire continent.
il Madagascar è stato una lunga e intensa esperienza in un altro mondo e in un altro tempo. Grazie a Neos si parte vedendosi uscire dalla solita cappa grigia e si atterra nel paradiso tropicale, in uno spiazzo di terra dove l'aereo sembra essere portato dal futuro, a pochi metri dal mare, dalle palme e dagli zebu. Dopo i primi giorni da turisti si inizia a vivere quello che considerano il sesto paese più povero al mondo, dove la natura e le persone sostituiscono le fatture e il digitale. Gli animali selvatici, esplorare le foreste, le spiagge e i villaggi formati da capanne aperte diventa la quotidianità . Ci si rende conto che questo stile di vita non porta stress o altri problemi creati dalla città moderna. La nostra formazione scientifica e portarsi dietro una moneta forte come l'euro ci fa sembrare in una simulazione virtuale. Il cibo sempre freschissimo come i frutti tropicali e pesci da noi considerati pregiatissimi. Tantissimi ristoranti italiani gestiti da italiani che non tornerebbero mai indietro. L'esperienza di vivere Nosy Be dovrebbero provarla tutti, per capire come siamo veramente, cosa facevamo fino a poco tempo fa e quali sono le cose importanti della vita. Pochissimi superano i 40 anni e capiamo perchè, eppure ci hanno insegnato tantissimo, per esempio che lì mangiare con le mani dopo averle sfregate nella sabbia è più igienico che usare le posate. Un'esperienza che ti cambia per sempre, insegna e apre la mente. Grazie alle guide che sono dei sinceri maestri di vita, preparatissimi anche fra coccodrilli, serpenti velenosi e balene. Grazie agli abitanti locali che non conoscono gli atteggiamenti antisociali europei ma parlano e vestono italiano, super disponibili e generosi; Grazie alla famiglia di Monza che ha per prima investito in questa lontana perla dell'Africa dagli anni 90 con il resort premiato al primo posto di tutto il continente.
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