Un caso estremo di vita di due detenuti, entrambi ristretti nel carcere di Augusta nel Siracusano, sono deceduti in ospedale a distanza di un mese l’uno dall’altro per le conseguenze di uno sciopero della fame. Il primo a perdere la vita è stato un siciliano, spirato ad aprile; l’altro è un russo, il cui cuore ha smesso di battere nei giorni scorsi. In merito a quest’ultimo caso, stando ad alcune prime informazioni apprese dall’AGI, lo sciopero della fame sarebbe stato messo in atto per dar vita a pressioni sulle autorità per l’estradizione nel suo paese di origine.
«Apprendiamo con rammarico di queste disgrazie che dimostrano come il lavoro del poliziotto penitenziario è unico, delicato e particolare e tale deve essere affrontato, purtroppo non sempre è così». Lo afferma la segreteria provinciale del Sippe, un sindacato di Polizia penitenziaria – la polizia penitenziaria viene invece ricordata solo quando accadono fatti simili, e non per le condizioni lavorative con cui spesse volte sono costretti ad operare.
Inoltre «come sindacato chiediamo con forza che venga modificato l’articolo 336 del codice penale, prevedendo un aggravante speciale, quindi un inasprimento della pena, per chiunque usa violenza o minaccia il Poliziotto Penitenziario” sottolinea il Sippe.