Editoriale Elezioni 2023 all’insegna della legalità e della trasparenza per lo sviluppo
Le amministrative in Sicilia: Siracusa, Catania, Ragusa e Trapani; la responsabilità di votare candidati credibili e responsabili. L'isola fuorilegge? Dove impazzerebbe il voto di scambio.
Per un fatto esclusivamente di cronaca riportiamo avvenimenti sulle ombre sulla campagna elettorale del centrodestra a Siracusa, dopo il sostegno acclarato, accertato, al candidato a sindaco di Siracusa, Ferdinando Messina, suggerito dall’on. Riccardo Gennuso (indagato per estorsione), l’on. Giuseppe Carta (indagato nel processo Muddica) confermato dal presidente Renato Schifani anche lui imputato: è a giudizio in uno dei filoni del cosiddetto caso Montante, di Totò Cuffaro che lo scorso ottobre il tribunale di sorveglianza di Palermo ha concesso la riabilitazione all'ex presidente della Regione siciliana, dalle due condanne da lui rimediate: una negli anni '90, per diffamazione nei confronti di un magistrato, Francesco Taurisano, l'altra ben piu' grave per favoreggiamento aggravato dall'agevolazione di Cosa nostra, che aveva portato l'esponente democristiano, nello scorso decennio, a scontare circa 6 anni. Ma come scrive il Riformista: «Ha scontato la sua pena fino all’ultimo giorno, ma per lui non vi può essere redenzione, il suo fine pena è mai, condizionerebbe i giochi della politica dei partiti, del potere e adesso con la Democrazia Cristiana.
Per la cronaca il candidato a sindaco di Siracusa, Ferdinando Messina Forza Italia sostenuto da soggetti come sopra (è stato uno dei responsabili capigruppo F.I., insieme ad altri) che hanno lasciato la gestione al sindaco pro tempore Francesco Italia, per mancata approvazione del rendiconto di gestione dell'esercizio finanziario 2018.
Altri candidati a sindaco scontano forse il peccato-non peccato di non essere frequentatori spesso della santa messa. Escluso poi quelli di sinistra (ideologicamente atei) tranne che quando sono chiamati ad altra vita finiscono in cassettone davanti al prete che gli dà il rito del l’estrema unzione degli infermi.
Però, adesso finiamola con l’ipocrisia diffusa a tutti i livelli, motivo per il quale con l’invidia compresa Siracusa non è più cresciuta ai livelli più che le sono più confacenti.
Le Mafie, la corruzione, l’evasione fiscale e l’illegalità diffusa danneggiano la qualità della nostra democrazia e inquinano la competizione elettorale, basta ricordare le elezioni del 2013 con le liste con le firme false; nel 2018 con i veleni dei brogli elettorali e adesso 2023 con la campagna acquisti di aspiranti candidati che transitano da una lista ad un’altra come la denuncia del candidato Edy Bandiera e a seguire dell’on. Carta e dell’on. Cannata.
La prevenzione e il contrasto di questi fenomeni, insieme al tema della questione morale, sono le priorità da cui la politica siracusana deve ripartire.
Per questo lanciamo un appello ai candidati a sindaco di Siracusa che andranno al voto il prossimo 28-29 maggio, di sottoscrivere e mettere in pratica questi 7 principi:
• Legalità. Rispettare i vincoli di legge che fissano un tetto massimo di spesa per la campagna elettorale.
• Trasparenza. Rendicontare pubblicamente le spese sostenute, permettendo di identificare la fonte delle risorse.
• Attenzione e Prudenza. Rifiutare qualsiasi forma di sostegno che condizioni la corretta azione amministrativa.
• Responsabilità. Rendere pubblici curricula, reddito e patrimonio, potenziali conflitti di interesse ed eventuali procedimenti giudiziari o condanne subite.
• Rispetto e sobrietà. Osservare un comportamento consono al ruolo pubblico e favorire la più ampia libertà di espressione.
• Etica. Promuovere l’adozione da parte dell’ente di un codice etico-comportamentale sul modello della Carta di Avviso Pubblico.
• Contrasto alle mafie e alla corruzione. Contrastare le organizzazioni mafiose e promuovere misure di prevenzione della corruzione.
Noi crediamo che la risposta più efficace alla diffusa sfiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche e nella politica, alimentata anche dalla percezione di una corruzione e di una presunta presenza mafiosa negli Enti locali e sui territori dilagante, sia nelle mani di chi si candida e di chi va ad amministrare la Città, che dev’essere credibile e responsabile.