editoriale Ingratitudine, il lato oscuro: demone mediocre e minore
0Quando una città è irriconoscente. Paolo Ezechia Reale rappresentava onestà e capacità professionale, poi anche intellettuale e politica. Un uomo dalle spiccate virtù intellettuali, un gentiluomo la cui eleganza è stata imparagonabile, ci ha lasciato prematuramente. «Come primo cittadino della città dal 2000 al 2008, osserva Titti Bufardeci, grazie al suo contributo ha saputo portare a Siracusa l’Isisc (l’Istituto internazionale di scienze criminali), raccogliendo l'eredità di Bassiouni, a diventare un faro internazionale per la promozione di appuntamenti di eccellenza di legalità, rendendo Siracusa protagonista di questi incontri a livello mondiale. Un impegno che prendeva spunto dal suo animo e dalla sua radicalità nel difendere i diritti umani e civili di tutti, andando oltre la mera conoscenza tecnica dei temi, e che, a volte, lo portavano a prendere posizioni non ordinarie».
Secondo un dizionario, ‘riconoscimento’ significa fra l’altro ‘dimostrazione di consenso e gratitudine per le qualità e i meriti di qualcuno’, (Devoto-Oli). Ha stretta relazione con il rispetto e la stima, la quale presuppone una ponderata valutazione della persona e dei meriti che le competono.
Riconoscere gli autentici meriti di qualcuno è ragionevole e giusto. Gesù stabilì il modello nella sua illustrazione degli schiavi ai quali il signore aveva affidato i suoi averi. Vedendo che i suoi averi erano stati gestiti bene, questi disse: “Ben fatto, schiavo buono e fedele!” (Matteo 25:19-23). Molto spesso, però, si trascura di esprimere il meritato apprezzamento. Se non lo si esprime, si smorza l’entusiasmo e lo spirito d’iniziativa. A questo riguardo: “Veder riconosciuti i propri meriti fa sentire utili, desiderati e apprezzati… Stimola l’iniziativa. Se nessuno ci degna di uno sguardo, ci si sente abbattuti e scoraggiati”. Qualcuno aggiunge: «In questo caso è difficile mantenere un alto livello qualitativo e produttivo». È, dunque, essenziale imparare come e quando esprimere apprezzamento. Tutti noi desideriamo vivamente sentirci accettati e apprezzati. È un bisogno umano fondamentale.
Una parola di lode, maggiori responsabilità o anche un dono materiale sono un incentivo a continuare a dare il meglio di sé. Questo vale sia che siate genitori, mariti, mogli, figli, componenti della congregazione o sorveglianti. «Quando mi vengono rivolte espressioni di apprezzamento», dice Giovanna, «mi sento felice, necessaria, e provo il desiderio di far meglio». Andrea ne conviene e dice: «Il mio spirito esulta, e sono stimolato a impegnarmi ancora di più». Comunque, esprimere apprezzamento e rispetto a qualcuno richiede attenta riflessione e giudizio.
Quale giudizio sull’avvocato Reale: «Ho sempre saputo scindere la mia passione e il coinvolgimento nella politica dal mio lavoro», diceva che nel 1985, assecondando la sua attenzione per i diritti civili, si iscrive al partito radicale del quale è stato tesserato fino al 2005 condividendo numerose battaglie referendarie. A questo, Reale aggiunge il servizio alla città quando nel 1995, l’allora sindaco Marco Fatuzzo, lo invita a ricoprire la carica di vice presidente della Sogeas, sino al 1997. L’approccio alla politica lo pone nelle condizioni di spendersi in prima persona per la città.
Nel corso della nostra amicizia con l’avvocato Reale faceva cenno «alla sfida sul territorio a cui non potevo sottrarmi», e nel dicembre 1999, accoglie la proposta dell’allora sindaco, Titti Bufardeci, di occuparsi dell’assessorato dell’Urbanistica. In quella carica, ricoperta fino al 2008 (con il progetto di fattibilità dell’aeroporto di Siracusa approvato in Consiglio comunale e nel Prg su proposta di Joe Bianca), cura il Piano regolatore generale e, fatto epocale, viene aggiornato il piano del porto, fermo da cento anni ma si arenò a Palermo a causa delle successive amministrazioni, Visentin prima e Garozzo dopo.