Il potere istituente della vita i corpi intermedi come istituzioni non sono immutabili né naturali
0Martedì 4 luglio, con inizio alle 17,30, all’Urban Center di Siracusa, avrà luogo un confronto filosofico-politico davvero interessante. Promosso dal Collegio siciliano di Filosofia – presieduto da Elio Cappuccio e Roberto Fai -, si terrà un incontro sul tema “Vita e Istituzione” che si svolgerà nella firma di una “Conversazione a due”, tra Roberto Fai e il prof. Roberto Esposito, docente di Filosofia teoretica della prestigiosa Università “Scuola Normale” di Pisa.
Il prof. Esposito è una delle figure più prestigiose del panorama europeo del dibattito filosofico-politico. I suoi saggi sono tradotti in molte lingue – dall’inglese al cinese, dal francese al tedesco. I suoi saggi sono da oltre un decennio oggetto di studi e convegni nelle Università Usa. Molte le categorie di pensiero attorno a cui il prof. Esposito ha lavorato, producendo una serie di saggi che hanno messo a fuoco la centralità del rapporto tra “vita, storia, politica”: un trittico che trova nella tradizione del “pensiero filosofico italiano” – a partire dai pensatori rinascimentali e della prima modernità (da Pico della Mirandola, a Machiavelli a Giambattista Vico) sino ai filosofi del primo ‘900 -, un “canone” speculativo così ampio e profondo da sostenere e rilanciare quella “Italian Theory” che da oltre un decennio catalizza una rinnovata attenzione da parte di studiosi internazionali verso la produzione filosofica italiana degli ultimi decenni. Tra questi, intanto lo stesso Roberto Esposito, e poi, Giorgio Agamben, Massimo Cacciari, il compianto Remo Bodei, Giacomo Marramao ed altri.
Attorno ai temi e ai concetti di “Biopolitica” e di “biopotere”, e poi di “Comunità” e “Immunità”, a partire dagli anni 2000, s’è venuta intensificando la ricerca del prof. Roberto Esposito, i cui saggi – quasi tutti editi dalla prestigiosa Einaudi – hanno riscosso attenzione ed interesse. Citando un concetto di Esposito, tratto dal suo saggio del 2004 – “Bíos. Biopolitica e filosofia” (Einaudi), a proposito del lemma “Biopolitica”, lo studioso scrive: «Si tratta di pensare non tanto la vita in funzione della politica, ma pensare la politica nella forma stessa della vita».
Come noto, “Bíos” vuol dire vita, e il termine in esame “Biopolitica”, intende esprimere la relazione strutturale del rapporto tra Vita e Politica, come quel processo di «presa in carico della vita dei soggetti» da parte del potere politico-istituzionale, a partire dall’epoca moderna. Corpi, salute, malattia, vecchiaia, cura, vita, ecc. dei “soggetti” – è evidente, e peraltro l’esperienza perturbante e drammatica del Covid lo ha dimostrato in tutto il “globo” – costituiscono il “campo” prioritario in cui si esplica il ruolo del Governo moderno e contemporaneo.
Potremmo dire che il potere moderno, mentre “assoggetta”, svolge ed esercita una funzione incrementale della stessa “espansione vitale” dei soggetti. Il confronto tra Roberto Esposito e Roberto Fai – martedì 4 luglio ore 17, 30 all’Urban Center – proverà infatti a mettere in tensione dialettica e produttiva il plesso Vita e Istituzione”, perché su tali temi si esplicita sia la ricerca recente di Esposito – i saggi “Istituzione” e “Vitam instituere. Genealogia dell’istituzione” -, che di Roberto Fai, col suo breve saggio “La vita e le forme. Sulla crisi della potenza istituente” (ed. Apalós, di Silvio Aparo). È siamo certi che l’incontro riuscirà a stimolare l’interesse di tanti.