Servizio idrico, confusione nel centrosinistra Baio «Gestione mista, giusta e obbligata»
«Mi sento di affermare convintamente che, nelle condizioni date, la scelta della gestione mista del servizio idrico integrato non solo sia giusta, ma anche obbligata a causa delle difficoltà finanziarie dei comuni e dell’impossibilità di reclutare il personale necessario o di assorbire quello proveniente dalle gestioni private». Queste le prime affermazioni di Salvo Baio, noto esponente del PD siracusano.
«Le ragioni fondamentali di tale convincimento – che sostengo da anni e di cui ho reso esplicita testimonianza in più occasioni, prosegue Baio – possiamo riassumerle così: nella gestione mista il soggetto pubblico, che è il socio di maggioranza, decide gli indirizzi di fondo e ne verifica l’attuazione, mentre il partner privato (l’impresa), scelto con gara ad evidenza pubblica, mette il Know-how, la professionalità, il personale ed è responsabile della realizzazione degli obiettivi.
«Approfondendo le letture della stampa locale – chiosa Salvo Baio – alcuni passaggi hanno richiamato l’attenzione sul contenuto nella risoluzione del M5S, di Lealtà & Condivisione e di altri partiti e movimenti che corre l’obbligo evidenziare: “Quando il sindaco di Siracusa parla di carenza di personale a cosa si riferisce visto che in caso di affidamento ad un gestore pubblico gli interventi di manutenzione dell’impianto di depurazione e delle reti avrebbero continuato ad essere realizzati, come avviene adesso, da imprese esterne?”.
«Ad una più attenta riflessione – continua l’esponente del PD – si evince la tesi sostenitrice secondo cui si avrebbe la gestione pubblica del servizio idrico anche nel caso in cui il gestore pubblico, non disponendo di proprio personale, affidi col sistema degli appalti i compiti operativi ad imprese esterne, come avviene adesso. E’ come dire – se questo è per alcune forze politiche e movimenti di centrosinistra il modello di gestione pubblica – che l’ex assessore Gradenico ha realizzato la gestione pubblica dell’acqua prima dell’Ati e altrettanto ha fatto per i rifiuti l’assessore Buccheri. In entrambi i casi infatti c’è un gestore pubblico, il Comune, e ci sono le imprese esterne che eseguono gli interventi di manutenzione in quanto aggiudicatarie di appalti.
«Sul piano giuridico e amministrativo la tesi non sta in piedi – tuona Baio – in quanto ipotizza una forma di gestione ibrida, sconosciuta al sistema normativo, che consisterebbe nella creazione di una governance pubblica espressa dalla politica con il compito di indicare gli obiettivi, mentre a rifare le condutture idriche, le reti fognarie, i depuratori in tutta la provincia provvederebbero, come adesso, le imprese esterne aggiudicatarie degli appalti.
«Credo – conclude Salvo Baio – che questa tesi non trovi riscontro nella legislazione vigente sui modelli di gestione del servizio idrico integrato. Se la interpreto erroneamente, allora qualcuno dovrebbe spiegare con quale personale, in caso di gestione interamente pubblica, opererebbe l’azienda speciale consortile?».