Violenza in Ortigia, baby gang aggredisce ragazzini a colpi di boxe: identificati
L’idea di trascorrere qualche ora tra i locali del centro storico, a volte potrebbe assumere contorni preoccupanti, a tal punto da desistere alla spensieratezza con l’intento di salvarsi la pelle.
Un episodio di bullismo è accaduto qualche settimana fa, alla Marina, luogo di divertimento della movida in Ortigia.
Alcuni minorenni sono stati assaliti da un branco di spietati coetanei. Il loro modus operandi: minacciare e picchiare selvaggiamente, senza motivo, quasi per divertimento. Le vittime successivamente al violento attacco avrebbero interloquito con gli agenti di Polizia, ed in particolare un ragazzino, sarebbe riuscito ad identificare due degli aggressori, consentendo di tracciare un identikit utile alle indagini.
Violenze a suon di pugilato
A seguito di tali dichiarazioni gli inquirenti, di concerto con i magistrati della Procura minorile di Catania, sarebbero riusciti a ripercorrere a tratti la dinamica dell’aggressione e nella fattispecie ad estrapolare un elemento utile: la passione dei due aggressori per la pratica della boxe.
A quanto pare durante la violenza perpetrata, i sospettati avrebbero fatto sfoggio di tecniche proprie del pugilato, opportunamente apprese in una palestra locale, e su questo indizio gli investigatori stanno provando a ricostruire la vicenda.
Non è il primo episodio: la paura dei cittadini
Le bande giovanili sono sempre più numerose. Sono composte per lo più da maschi tra i 13 e i 17 anni e sono responsabili di reati come risse, percosse, lesioni e atti di bullismo.
Non sarebbe il primo episodio di ‘baby gang’, tutt’altro. Le precedenti aggressioni, sia nello stesso Isolotto di Ortigia che in altre parti della città, potrebbero essere diverse come evidenziato dalle indagini degli inquirenti.
«Le persone iniziano ad avere timore – afferma un cittadino – sono ragazzini giovani ma violenti e forse sarebbero pure predisposti a girare armati».
Le Forze dell’Ordine sarebbero a caccia del branco di bulli. Questi gruppi criminali, molte volte, sono composti da ragazzini che hanno parenti detenuti o coinvolti in indagini di droga e mafia. Avere qualcuno della famiglia in carcere, per questi baby gangster, diventa un vanto utilizzato per intimidire. Un gioco a fare i boss che è davvero diventato pericoloso. E che va estirpato.