Editoriale Pnrr, Siracusa: è finita si brancola nel buio distribuzione territoriale

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Un mio amico saggio, un politico di altri tempi che ho avuto l’opportunità di conoscerlo mi esprimeva la sua esperienza: «Vedi Joe, la vita è molto difficile è piena di sorprese, incognite. In tutti i casi si arriva a questo: essere umili e gentile, andare dritto avanti, amare la gente piuttosto che compatirla, ricordare i sommersi… beh, non si possono fare tutte queste cose in una volta perché, quel che è peggio, sono contraddittorie. E allora ci vuole equilibrio… vivere con equilibrio; non cominciare con l’equilibrio, lo fanno solo i presuntuosi. L’equilibrio deve servire come ultima risorsa, quando sono meno cose migliori, e a un certo punto».
E’ chiaro, che non ho mai conosciuto un uomo che, vedendo i propri errori, ne sapesse dare la colpa a se stesso; di questi soggetti la nostra società è piena, il motivo per cui ci siamo avviati alla malora.
Una società siracusana è ammalorata, inquinata da persone presuntuose anche e soprattutto con titoli accademici. La presunzione è ignoranza, non si discute.
Metafora: «Nel mezzo del cammin di nostra vita mi inoltrai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita» da questa frase cosa si potrebbe intuire, esprimendolo a parole mie?«
A metà della mia vita mi sono ritrovato a percorrere una foresta (società) buia dopo aver perso la strada (speranza). Quanta speranza la società ha smarrito?
Vedete ho esposto questa premessa per introdurre l’argomento della grande opportunità che ci è stata data per migliorare il nostro territorio: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Esso rappresenta una straordinaria occasione di potenziamento e rilancio del sistema urbano siracusano, soprattutto dopo le politiche di austerità, il crollo degli investimenti pubblici, i tagli alle risorse correnti dei comuni che hanno caratterizzato gli anni Dieci, e dopo la pandemia covid. Raggiungere questo risultato sarà tuttavia tutt’altro che semplice: servirà una rapida e coerente sequenza di circostanze, da oggi al 2026 e poi alla fine del decennio: 1) l’allocazione di risorse per investimenti pubblici significative ed equilibrate territorialmente, in modo da raggiungere l’intero sistema urbano; 2) la realizzazione dei progetti previsti entro i termini del PNRR e con una elevata qualità esecutiva; 3) l’attivazione, a partire dai progetti realizzati (prevalentemente infrastrutturali) di nuovi e migliori servizi a vantaggio dei cittadini e delle imprese; 4) la ricucitura dei tanti e diversificati progetti previsti dal PNRR in coerenti strategie urbane di sviluppo e la loro condivisione con la cittadinanza. Si tratta, come si può vedere, di condizioni severe. E tuttavia, per quanto si può comprendere dalle informazioni e dai dati disponibili, ancora alla portata del nostro territorio.
A quanto è dato sapere il PNRR di Siracusa sarebbe stato elaborato senza confronto con le forze economico-sociali e le realtà territoriali ed organizzato lungo linee di interventi rigidamente settoriali. Nelle misure del Piano non ci sono criteri allocativi legati alle differenti dotazioni di beni e servizi pubblici nelle diverse realtà, e Siracusa conoscerà i progetti previsti nel suo territorio solo al termine del processo di allocazione territoriale, pur vigendo una regola d’insieme che destina il 40% delle risorse al Mezzogiorno. Ad esempio a Catania si sono succeduti incontri Ance con il sindaco della città etnea Enrico Trantino. Di recente, infatti, il ministro Raffaele Fitto ha avanzato una rimodulazione del PNRR, attualmente al vaglio della Commissione Europea, che escluderebbe dal Piano alcuni investimenti. Come riferito dal presidente Rosario Fresta, «il territorio etneo rischierebbe la fuoriuscita di interventi per oltre 300 milioni di euro, tra questi i Progetti di Rigenerazione urbana e i PUI». A Catania si lavora sul waterfront, sulle periferie e sul centro storico, sul fronte infrastrutture due focus principali: la Tangenziale e il progetto “Sistemazione Nodo di Catania”. Da tutti è riconosciuto il ruolo centrale della città etnea nel Mediterraneo e la sua posizione strategica.




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