Loggia Ungheria, Amara rinviato a giudizio per calunnia: il gup chiede nuove indagini
Nuova tegola giudiziaria per Piero Amara, l’ex avvocato esterno dei processi ambientali Eni, rinviato a giudizio per calunnia. L’accusa è quella di aver riportato false dichiarazioni tra il 2019 e il 2020 alla procura di Milano. Amara avrebbe raccontato di un’associazione segreta chiamata “loggia Ungheria” a cui avrebbero aderito 65 tra politici, alti magistrati, militari, funzionari pubblici e cardinali.
A decidere per il processo il gup Guido Salvini, il dibattimento inizierà il prossimo 2 febbraio di fronte alla Settima sezione penale. Le persone offese (cioè i presunti calunniati) sono 65, di cui quaranta sono state ammesse come parti civili già all’udienza preliminare. Prosciolto invece l’ex collaboratore di Amara Giuseppe Calafiore, imputato di autocalunnia per aver indicato se stesso come appartenente alla loggia (senza però descriverla come associazione segreta nè attribuire comportamenti a terzi). Il termine per il deposito delle motivazioni di quest’ultima decisione è stato fissato in sessanta giorni.
Le dichiarazioni di Amara sono state rese durante i cinque interrogatori segreti tra il 6 dicembre 2019 e l’11 gennaio 2020 relativi all’indagine su Eni, in particolare quella per corruzione internazionale dell’azienda in Nigeria. Secondo Piero Amara, la loggia Ungheria sarebbe nata in Sicilia nell’ambito del centro studi con a capo Giovanni Tinebra, magistrato procuratore di Caltanissetta e direttore delle carceri, ormai scomparso.
Una vicenda nebulosa e non del tutto risolta. Per questo Salvini ha deciso di trasmettere gli atti ai pubblici ministeri Roberta Amadeo e Stefano Civardi per approfondimenti in merito al “reato di calunnia e/o agli altri reati prospettabili a seguito dei comportamenti attribuiti a sé dallo stesso Amara e da questi agli altri soggetti individuati quali persone offese nella richiesta di rinvio a giudizio”.
Il pm vuole effettuare approfondimenti in merito “al reato di calunnia e/o agli altri reati prospettabili a seguito dei comportamenti attribuiti a sé dallo stesso Amara e da questi agli altri soggetti individuati quali persone offese nella richiesta di rinvio a giudizio”. Non solo: il giudice chiede di cercare “l’eventuale elenco degli aderenti” alla loggia, “che si troverebbe a Dubai”.