Protezione Civile, Area Attendamento e Containers: le fiamme hanno evidenzato i lavori fermi
0«Ilavori per la realizzazione dell’Area destinata a Centro Operativo Comunale di Protezione Civile ed Area Attendamenti e Containers e, finanziati quando ero Assessore nel 2005 e rifinanziati, per oltre 7 milioni di euro, quando nel 2011, brevemente, sono tornato a fare l’Assessore alla Ricostruzione, sono fermi da oltre 4 anni, nonostante la Regione Siciliana, già nel luglio del 2019, ha impegnato e liquidato oltre 200 mila euro per il pagamento del S.A.L. n.12, cioè l’ultimo di avanzamento dei lavori», Lo dichiara l’on.Vincenzo Vinciullo.
«L’opera è di fondamentale importanza per la sicurezza della Città di Siracusa e dei Comuni limitrofi e, con il comunicato di oggi, voglio, ancora una volta, richiamare l’Amministrazione Comunale di Siracusa a voler riprendere i lavori, perché quest’opera non può continuare a rimanere in simili condizioni di abbandono e di precarietà, rischiando di deteriorarsi ancora prima di essere inaugurata e consegnata alla città.
«Le due opere di Protezione Civile, inserite nell’Obiettivo H della Legge 433/91, viaggiano con oltre 8 anni di ritardo, infatti dovevano essere completate ed inaugurate entro il 2015 e invece, ad oggi, sono in uno stato di totale abbandono, nonostante le azioni di protesta messe in atto negli ultimi anni da parte del nostro movimento politico.
«Gli incendi che hanno devastato il territorio della Città di Siracusa hanno messo in evidenza, in maniera chiara e lampante, come l’assenza del Centro Operativo Comunale di Protezione Civile, con la sua area di 78.000 metri quadrati, che potrebbe ospitare elicotteri e mezzi di soccorso, abbia determinato il ritardo nell’opera di spegnimento degli incendi, comportando la distruzione totale della flora e della fauna fra le mura dionigiane che danno sullo Ionio e sull’Anapo e distruggendo colture pregiate che difficilmente ritorneranno ad essere produttive, oltre a migliaia di alberi di ulivo che rappresentano la nostra storia secolare».