Carcere Cavadonna, il Garante regionale dei detenuti: «Dati allarmanti»
E’allarmante il dato di sovraffollamento nel carcere Cavadonna che è pari al 127%. La carenza di personale di polizia penitenziaria, la cui dotazione d’organico prevista è di 250 unità, mentre l’organico effettivo è di 230 unità alla data della visita del Garante regionale per i diritti dei detenuti, Santi Consolo. In merito alla popolazione carceraria, si attesta a 696 unità, a fronte di una disponibilità di posti regolamentari pari a 545.
Si sono svolte qualche settimana fa, le visite del Garante regionale per i diritti dei detenuti, Santi Consolo, nelle carceri di Siracusa e Trapani. A Siracusa, il Garante aveva presenziato all’inaugurazione della Casetta dell’acqua, che fornirà gratuitamente acqua potabile per circa 700 persone all’interno dell’istituto. I detenuti di Siracusa saranno gli unici in Italia a fruire di questo servizio idrico gratuitamente.
Il Garante accompagnato dal dirigente del suo ufficio, Pietro Valenti, ha riscontrato una certa carenza di personale di polizia penitenziaria, la cui dotazione d’organico prevista è di 250 unità, mentre l’organico effettivo è di 230 unità alla data della visita. I suddetti numeri, che apparentemente non sembrerebbero allarmanti, vanno letti in rapporto alla popolazione ristretta, che sempre alla data odierna ammonta a 696 unità (età media 35-37 anni), di cui solo 80 sono stranieri, a fronte di una disponibilità di posti regolamentari pari a 545. Pertanto, il dato di sovraffollamento è pari al 127%. I nuovi ingressi sono circa 1.000 ogni anno.
Non tenendo conto dei funzionari (4), degli ispettori (19) e dei Sovrintendenti (19), si registra la presenza di soli 188 agenti, dei quali 52 sono destinati con esclusività al Nucleo Traduzioni. Restano così disponibili solo 136 agenti per circa 700 detenuti, cioè con un rapporto pari a circa 0,20, situazione questa che determina scarsissime presenze nella fascia pomeridiana-notturna.
Il Garante aveva già scritto all’istituto per acquisire notizie in merito ad una infestazione di cimici, che era stata segnalata al blocco 10 e che aveva interessato moltissime stanze di detenzione. Il direttore e il comandante hanno confermato la notizia e sottolineato pure di non avere ricevuto dal PRAP aiuto alcuno in ordine ad una richiesta di parziale sfollamento, inoltrata per meglio gestire l’emergenza. Il prossimo ritorno della stagione estiva potrebbe far rimanifestare la criticità a causa della collocazione dell’istituto in aperta campagna.
Necessario anche un immediato intervento in tutto il blocco 20 per delle diffuse infiltrazioni d’acqua provenienti dai soffitti, che hanno addirittura generato formazioni visive di stalattiti calciche.
Nel corso della visita al blocco 20 si è avuto modo di incontrare diversi detenuti e tra questi in particolare uno di anni 74, la cui gestione risulta molto problematica per via del suo stato di non autosufficienza – tanto da dipendere totalmente dal piantone a lui assegnato – che sta scontando una pena detentiva per reato non particolarmente grave.
Nell’istituto non vi è alcuna area verde, né alcuna palestra per attività sportive. Altra criticità riguarda il perdurare delle condizioni di inagibilità dell’ampio teatro (circa 400 mq con possibilità di poter ospitare oltre 240 posti) derivante da gravi infiltrazioni d’acqua provenienti dal soffitto.