Il cimitero versa in gravi condizioni per mancanza di interventi
Isiracusani che si recano a fare visita ai propri cari per deporvi dei fiori, rimangono basiti dello stato di degrado in cui versa la struttura e denunciano la mancanza di interventi. La situazione del cimitero peggiora giorno dopo giorno dopo le varie segnalazioni e le risposte senza un minimo riscontro tecnico da parte dell’amministrazione comunale, i vari crolli strutturali, evidenziano una pericolosità che dovrebbe far riflettere sulla urgente messa in sicurezza di buona parte del cimitero monumentale.
«Si arriva al cimitero e ci si trova in un posteggio immerso in pozzanghere e fango, l’ordine delle auto è garantito da improvvisati posteggiatori. Il cimitero dove un tempo non lontano si respirava aria di raccoglimento e di rispettoso silenzio è attraversato da veloci auto i cui autisti dimenticano la misticità del luogo. Un luogo una volta anticipato da pioppi e muri a secco, oggi merlati dalla caduta di rami e dall’incuria umana» denuncia Toni Raffa nostro affezionato lettore.
«Anni fa un incolpevole eucalipto uccise con la caduta di un ramo una persona; fu gridato che erano piante malate e cosi iniziò, voluta dai politici tuttologi, una battaglia a colpi di seghe elettriche; fu una carneficina vegetale, un’epica battaglia contro inermi e secolari piante che investì di gloria tanti operai. Ma fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza come di manzoniana memoria. Il silenzio che ancora oggi circonda luoghi simili in altre città, oggi a Siracusa totalmente scomparso; mura rosicchiati e pioppi malandati. Eppure un politico disse, riferendosi alle mura che corrono lungo la strada che costeggia il cimitero: li rifaremo!
«Sono ancora a lor posto più degradati e rosicchiati che mai. Non voglio fare il catastrofista, ma visitare i propri cari che riposano presso il cimitero di Siracusa è diventato un atto eroico e non mancano sentimenti di indignazione e di sgomento.
«Tombe che sono più anonimi cumuli di pietre che tombe; tombe abbandonate da decenni, poverissimi e improvvisati piccole tombe su campi di fango, lapidi divelte, inferriate rugginite e instabili che dovrebbero delimitare le tombe a terra, pilastri che mostrano i ferri coperti di ruggine, tavelloni(tegole forate fra un piano ed un successivo superiore) a nudo con ferri a vista e dai quali tavelloni piove da giorni, anche in assenza di pioggia, servizi igienici con modestissime porte in alluminio divelte e o sfondate in materiale sintetico fra indecorosi sanitari con acqua e fango che galleggiano sui pavimenti» conclude Toni Raffa.
«Il cittadino difronte a tanto scempio si chiede: ma cosa bisogna fare per ridare alla città un po’ di dignità? Ma cosa significa abbandonare al tempo la sorte di questi luoghi? Cosa si attende per dar luogo ad un ordinamento cimiteriale e ad una durevole manutenzione nonché dare ai morti un po’ di dignità?».