Fervono gli incontri del presidente Renato Schifani il quale è stato nei giorni scorsi a Roma dove ha avuto modo di tessere i rapporti con i leader dei partiti. Tornerà oggi e prenderà in mano i dossier più spinosi che lo attendono a Palazzo d’Orleans. Il primo riguarda l’emergenza rifiuti, il secondo è il dossier Lukoil, che porta con sé il rischio di una chiusura del polo produttivo siracusano che a causa della guerra in Ucraina dal prossimo 5 dicembre di non poter più lavorare il greggio russo, a causa delle sanzioni imposte dall’Europa».
Renato Schifani è consapevole della grave situazione: «Ci sono migliaia di posti di lavoro, di lavoratori e di famiglie a rischio, sarà mio impegno come presidente della regione di chiedere un incontro urgente con il prossimo premier e con il prossimo ministro dello sviluppo economico per affrontare e risolvere la questione».
Nell’attesa Schifani attende che la Meloni completi il suo governo. E lì un ruolo di primo piano avrà Musumeci: gli influencer indicano che a lui potrebbe andare la delega al Mezzogiorno, come ministro o più probabilmente vice o sottosegretario. Sarebbe una nomina che rafforzerebbe l’asse che si è creato fra l’ex presidente (e in generale Fratelli d’Italia) e Schifani: visto che a quel punto Musumeci sarebbe il terminale politico con cui il governo siciliano dovrebbe confrontarsi su fondi e misure amministrative.
«Sulla vicenda Isab Lukoil esistono delle possibili soluzioni – aggiunge Schifani – che devono essere rappresentate con urgenza al prossimo governo nazionale. C’è prima di tutto bisogno di sostenere linee di credito per l’approvvigionamento del greggio non russo che Isab può lavorare non rinunciando all’impegno industriale, economico ed occupazionale sul territorio. La norma cosiddetta ‘salva Isab’, inserita nel decreto aiuti, impone al governo di trovare con urgenza una soluzione».