Siracusa Ortigia e il suo teatro gioiello tra ritardi, chiusura e le polemiche
Siracusa città teatro all’aperto come quello greco della Neapolis e quello al chiuso del Massimo di Ortigia che ha riaperto le porte dopo una lenta, amara e complicata storia di degrado e restauri iniziata nel 1956 quando, dopo gli applausi per “I pagliacci” di Leoncavallo, scese il sipario sul palco dell’edificio di via Roma, a pochi passi da piazza Duomo.
Ad inaugurare l’apertura con la rinnovata agibilità è stata la fanfara del Comando Scuole A.M. / 3ª Regione Aerea su invito del Comando Aeroporto di Sigonella, del 41° Stormo AS e del Distaccamento Aeronautico di Siracusa si esibita nel Teatro Massimo Comunale di Siracusa alla presenza delle massime autorità e civili e militari della provincia e di tantissimi cittadini.
L’agibilità del Teatro Massimo comunale di Ortigia è arrivata lo scorso 16 aprile e adesso, finalmente, si è aperto il tendone del palcoscenico che ha dato il la alla musica del corpo dell’Aeronautica militare. Dopo la lunga attesa per il completamento del restauro e dell’iter autorizzativo legato all’efficienza degli impianti, la commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli ha dato il disco verde che consente alla città di tornare in possesso di un bene storico e architettonico di pregio e di un contenitore per la programmazione di eventi culturali di qualità.
La chiusura del teatro avvenne nel 1957, anno della storica rappresentazione del capolavoro di Gaetano Donizetti Lucia di Lammermoor. In quell’occasione si esibì nei panni del lord Enrico Ashton il noto baritono drammatico siracusano Carmelo Mollica, morto nel 2005. Poi una serie di iter burocratici e di rinvii, e un fulmine che lo colpì complicando l’ottenimento dell’agibilità. Un concerto quello della riapertura propedeutico al prossimo cartellone teatrale 2023-2024 che è stato annunciato per giugno.
Un lungo e complesso percorso di recupero che, insieme ad altri attori politici come Bufardeci, Roberto Visentin e Garozzo, ha coinvolto soprattutto Granata da assessore regionale ai Beni culturali e Francesco Italia, prima da assessore e poi da sindaco. Adesso da giugno partiranno anche gli abbonamenti.
La costruzione del teatro comunale risale al 1872 ad opera dell’ingegnere militare Antonio Breda, al quale si sono succeduti l’ingegnere Giambattista Basile e l’architetto Giuseppe Damiani D’Almeyda, progettista del Politeama di Palermo. L’edificio occupa gli spazi che furono della chiesa e del monastero dell’Annunziata e del Palazzo del Principe della Cattolica. I materiali utilizzati per la costruzione furono gli stessi provenienti dall’abbattimento degli edifici sacri. I dipinti furono realizzati da Gustavo Mancinelli, che è anche l’autore della volta centrale, dal titolo Dafne in un bosco popolato di ninfe. Le decorazioni in gesso sono opera di Rocco Enea e Giuseppe Lentini. I fregi in legno e cartapesta sono di Giuseppe Nicolini.
Il teatro venne inaugurato nella primavera del 1897, con la rappresentazione della Gioconda di Ponchielli e del Faust di Gounod. Il teatro storico della città conta 404 posti a sedere tra platea, palco e loggione.