Servizio idrico, il bando da 1,2 miliardi e gli accordi nelle segrete stanze
La scelta sulla forma di gestione del servizio idrico si è svolta nelle stanze segrete del palazzo.
Dalla sera alla mattina i sindaci hanno cambiato radicalmente opinione sulla forma di gestione, hanno interrotto e annullato un percorso politico di partecipazione e hanno indicato al commissario regionale, dott.ssa Barresi, la strada della gestione mista, ovvero una gestione privata con il ruolo di garante affidato alla parte pubblica. Queste le prime dichiarazioni di Alessandro Acquaviva, ex consigliere comunale del Comune di Siracusa ed esponente del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni.
Da mesi – prosegue Acquaviva – chiediamo ai sindaci un incontro per capire il perché di questa scelta, se essa sia frutto di una negoziazione politica oppure, più semplicemente, una presa d’atto del proprio fallimento politico e amministrativo.
Siamo preoccupati – continua l’ex consigliere comunale – per le conseguenze derivanti da una gara di 1,2 miliardi di euro che si conclude con una sola offerta su cui l’ATI mantiene il massimo riserbo. Non ci sarà alcuna valutazione tecnico-economica ma soltanto un accertamento dei requisiti.
Un primo incontro si sarebbe dovuto tenere ieri, venerdì 17 alle ore 12, ma rinviato a causa degli impegni di alcuni sindaci del territorio. La data dell’interlocuzione è stata prefissata quindi per giorno 23 Novembre, ove sarà convocata l’assemblea dei sindaci per l’incontro con il Forum in coincidenza con il giorno della sentenza del TAR sul ricorso presentato da una società che contesta la tempistica dei termini di scadenza del bando alla luce della modifica in corso d’opera di un allegato del bando.
Sono tante le coincidenze e siamo stanchi di inseguire i sindaci. Pretendiamo maggiore trasparenza e chiediamo al Presidente dell’ATI, Sindaco Francesco Italia, che la seduta del 23 novembre si svolga in forma aperta e venga autorizzata la diretta sulla pagina Facebook del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni – conclude Alessandro Acquaviva.